Quando si parla di via del tè, il nostro pensiero corre subito alla Via della Seta. Eppure erano tante le rotte commerciali percorse dagli uomini fin dall’antichità. Una di queste era la Via del tè e dei cavalli. Pronti per questo viaggio?
Stiamo entrando nei fasti di culture millenarie, entrambe riservate e misteriose. In sottofondo solo il silenzio dei monti che dormono nella nebbia, lungo il nostro viaggio tra Cina e Tibet. La Via del tè e dei cavalli, in mandarino Cha Ma Dao, è una rete di vie che dalle province cinesi dello Yunnan e del Sichuan, giungeva a Lhasa, in Tibet, attraversando da un capo all’altro la catena montuosa dell’Hengduan. Il tè e le altre merci portate dai mabang, leggendari conduttori di cavalli, viaggiavano poi verso la Birmania, il Nepal e l’India, fino a raggiungere le coste del Mar Rosso.
Un’antica via carovaniera, Cha Ma Dao, protagonista nelle storie della nostra bevanda preferita: torniamo allora indietro nel tempo e andiamo alla scoperta della Via del Tè e dei cavalli.
Cha ma dao, storia della via del tè e dei cavalli
Leggende narrano che il tè sia arrivato per la prima volta in Tibet nel 631 d.C., quando la principessa Wen Cheng della dinastia Tang sposò il re tibetano Sogsten Gampo, e fece conoscere la bevanda alla sua corte.
Da allora i tibetani, che conducevano perlopiù una vita nomade e si nutrivano di latte, burro, montone e carne di manzo, trovarono nel tè la bevanda perfetta per bilanciare una dieta priva di fibre vegetali e ricca invece di carne e grassi. E proprio dalla Cha ma dao, la Via del tè e dei cavalli, le merci di scambio arrivavano alla loro destinazione.
L’Impero Cinese era un Paese agricolo, povero di pascoli e per questo costretto a importare cavalli, piuttosto che addestrarli. Viceversa, le popolazioni tibetane, insieme a quelle mongole, erano allevatori abili soprattutto nelle pratiche legate all’equitazione. Fu così che il tè diventò la moneta di scambio tra Cina e Tibet con una vera e propria tariffa: 60 chili di tè pressato equivalevano un cavallo. La più famosa bevanda tibetana, il “po cha”, un misto di tè, burro di yak e sale, non sarebbe potuto nascere senza questo commercio per la Via del tè e dei cavalli.
Nella tradizione tibetana, così come in quella cinese, il tè è simbolo di ospitalità e calore domestico. Questa calda bevanda era ed è ancora un ottimo rimedio per combattere le temperature rigidissime dei monasteri di alta montagna. Per questo, il rito del tè, divenne anche un momento fondante della vita monastica lamaista quotidiana.
Con questo curioso racconto vi è venuta un’improvvisa voglia di una buona tazza di tè? Tanti gustosi blend vi aspettano sul nostro sito!