Un tè più etico, oltre che buono
Everton è ad oggi l’unica azienda italiana di tè dotata per il proprio marchio della certificazione UTZ, documento dedicato in via esclusiva a produttori, distributori, trasformatori primari e industrie del settore tè, caffè, cacao e nocciole, con lo scopo di definire standard di agricoltura sostenibile mediante l’attuazione di un modello di certificazione globale, e di fornire servizi di monitoraggio professionale, sociale ed ecologico del prodotto. L’ottenimento della certificazione sarà comunicato al consumatore attraverso la presenza del logo ufficiale UTZ sui pack a partire dalle linee novità che verranno lanciate nel corso del 2019.
Everton, la cui materia prima è coltivata principalmente in India, lavora costantemente nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Per questo la scelta dell’azienda genovese è di approvvigionarsi da piantagioni certificate UTZ, alle quali viene riconosciuto un prezzo più alto a fronte di migliori performance di sostenibilità e welfare.
“Questo premium price – spiega l’ad Filippo Dodero – viene fatturato separatamente e contabilizzato dallo stesso fornitore sul portale di UTZ (goodinsideportal.org) in modo da tenere distinta la parte legata alla certificazione dal resto. Il fornitore, a questo punto, deve dichiarare quanto ha ricevuto come surplus e per cosa l’ha utilizzato, ad esempio per attività legate alla salute, alla terra, alla formazione o altro che migliori la qualità della vita dei lavoratori e del territorio. Una garanzia di qualità di cui Everton va fiera e che speriamo venga apprezzata anche dai consumatori, oggi sempre più consapevoli e attenti anche a questi importanti aspetti”.
UTZ significa sostenibilità a 360 gradi. Per quanto riguarda il tè, nel 2017 sono state 4 milioni le tazze di questa bevanda prodotte con materia prima UTZ, di cui l’India è il primo produttore. Sono 13 i Paesi in cui sono distribuiti i 107mila tra coltivatori e lavoratori di piante di tè che beneficiano del programma. Ottenere questa certificazione significa garantire al consumatore un prodotto più etico, per produrre il quale sono impiegati migliori metodi di coltivazione, non solo prestando attenzione alle condizioni di lavoro offrendo guadagni più equi, ma anche prendendosi cura della natura e delle nuove generazioni.